La settimana delle libertà digitali "Il Futuro che Vogliamo"

Dal wiki della Rete delle Libertà Digitali di Roma - www.frontieredigitali.net - Roma, 28 marzo 2006 - Convegno: L'Innovazione necessaria: Creatività, Cooperazione, Condivisione. Intervento di Francesco Tupone Presidente dell'Ass. Linux Club Italia – www.linuxclub.it

Da www.frontieredigitali.net - Roma,28 marzo 2006

In questi ultimissimi anni siamo riusciti a porre le basi di una vasta rete di intelligenze, di gruppi e associazioni che si battono per la salvaguardia della Cultura Libera. Un aiuto, almeno qui a Roma, è stato dato dalla nascita di un luogo, come il Linux Club, che è diventato un vero e proprio Nodo nella Rete Fisico, Reale e non più Virtuale, che ha avuto la funzione di divenire un catalizzatore, un punto di aggregazione e di scambio di idee, un luogo di riflessione ed elaborazione di proposte e progetti.

Siamo riusciti a contribuire alla nascita di un germe di movimento reale che pone la sua attenzione sul digitale, sulle tecnologie e sulla diffusione dei saperi, che si distingue per adottare metodi di assoluta trasparenza, di autentica pariteticità, di estrema orizzontalità non gerarchica e di partecipazione attiva, mai subalterna a nessuna forza politica.

Un grande passo in avanti è stato fatto in questi ultimi mesi, quando insieme abbiamo cercato di affrontare le questioni del futuro della rete in maniera propositiva e attiva, quando finalmente un nutrito numero di gruppi e associazioni in maniera comune e paritaria, ha deciso di definire una vera e propria piattaforma rivendicativa, cercando di trovare una sintesi delle idee e delle proposte, per definire "il futuro che vogliamo".

Un lavoro di riflessione che si è dotato degli strumenti classici (riunioni plenarie, tavoli di lavoro, commissioni) ma soprattutto degli strumenti di lavoro collaborativo ormai consueti nella rete (il sito wiki e le liste di discussione).

E' nato quindi il Manifesto dei Diritti e delle Libertà Digitali, un Manifesto che, per definizione è sempre aggiornabile ed integrabile, ma che esiste e su cui è possibile confrontarsi, e su cui è possibile chiedere ai rappresentanti della politica e delle istituzioni, o come meglio li definisce Beppe Grillo, ai nostri "dipendenti" nel governo e nelle istituzioni, un impegno preciso a sostenerlo e metterlo in pratica. Siamo molto preoccupati per il futuro della rete e del destino della possibilità stessa di disporre delle tecnologie.

Dopo aver tirato un sospiro di sollievo per aver vinto la battaglia sui brevetti nel software solo pochi mesi fa (ma ci stanno riprovando...), sono oggi il Trusted Computing e le tecnologie DRM (per noi acronimo di Digital Restriction Management!) le minacce maggiori ai diritti e alle libertà digitali, che affiancano una legislazione italiana che certamente non "aiuta" (dovremmo tutti noi esigere e batterci affinchè il prossimo governo cambi SUBITO le legge Urbani, il pacchetto Pisanu sulla parte relativa al controllo dell'accesso a Internet e soprattutto le normative non più sostenibili della SIAE).

l DRM è già tra noi, TC è ormai alle porte, questo significherà impossibilità di disporre a pieno delle opportunità dell'innovazione tecnologica e delle potenzialità della rete. Significherà imporre una limitazione della proprietà più importante del digitale, la sua riproducibilità! Significherà imporre una scarsità laddove c'è una abbondanza! Significherà una imposizione arbitraria, forzosa e autoritaria, una forma di dominio che dobbiamo combattere in modo frontale.

La conoscenza non deve essere considerata una merce, e questa non è una affermazione ideologica, ma un concetto che sta nella naturalità delle cose. L'avvento dell'era digitale sta cambiando il mondo, sempre più importanza hanno nella vita quotidiana le informazioni, le relazioni, i prodotti culturali, il software. La produzione di questi beni, i beni immateriali sta acquistando sempre più rilevanza e spesso sopravanza la produzione di beni materiali. (nei paesi del G8 è ormai da tempo maggioritario e nella UE il fatturato totale è ormai composto per il 70% dai servizi). Come diciamo da tempo, la produzione di beni immateriali è completamente differente da quella della produzione materiale.

Le differenze tra le due produzioni sono fondamentalmente date da due caratteristiche.

La natura del Capitale necessario a produrre e la natura dei beni prodotti

  • Il Capitale costante, il Capitale fisso, quello necessario a reperire i mezzi di produzione è anch'esso sempre meno materiale (ll costo per un PC attaccato ad internet e per il software è sempre più irrisorio), ed è sostanzialmente dato da un know how che risiede sempre più nella testa delle donne e degli uomini, E' dato cioè dai saperi, dalla formazione, dalle competenze, dalle idee. Il capitale fisso potenzialmente possiamo affermare che si trasferisca direttamente negli individui e negli stessi soggetti che producono valore.(cioè capitale fisso e variabile tendono a coincidere nello stesso soggetto): il lavoratore tendenzialmente assume un ruolo potenzialmente enorme, un ruolo che non ha mai avuto nella storia.

  • Il bene prodotto può essere riprodotto all'infinito, il sapere, la cultura, la conoscenza non si consumano ma crescono con la loro distribuzione.

La difesa dei Diritti e delle Libertà Digitali, significano questo: difendere le opportunità di liberazione che le tecnologie ci offrono.

Ci piace parlare di Libertà ancor più che diritti, non perché non pensiamo che i diritti siano poco importanti, anzi, il diritto all'accesso al digitale deve essere considerato un diritto di cittadinanza, perché significa diritto a partecipare alla vita democratica e civile, ma anche alla vita sociale ed economica. Ma usare solo la parola "diritti" ci rimanda a forme di tutela di soggetti deboli, ma riteniamo che nella produzione immateriale, se vigono ancora le libertà digitali, tutti possono divenire produttori di cultura e conoscenza, tutti possono competere ad armi pari, tutti possono produrre in maniera autonoma. Sono importanti solo i valori, che poi danno il titolo a questo incontro, come "la Cooperazione, la Condivisione e la Creatività".

Difendere le Libertà Digitali, contrastare il termine ed il concetto stesso di Proprietà Intellettuale contrapponendogli il termine ed il concetto di Patrimonio Intellettuale dell'Umanità, considerare il Sapere come Bene Comune, un bene che non soffre di scarsità, sono e saranno i nostri compiti per i prossimi anni.