
Magnific…art. Quando la musica diventa evasione.
Lo spettacolo è stato organizzato dall’Associazione Culturale
Panharmonikon per la direzione di Giuseppe Puopolo e con la
partecipazione del Coro della Basilica di S. Clemente e il coro del Centro Diurno Villa Lais della Asl Roma C.
All’incontro istituzionale, tenutosi in mattinata nella sala Placido Martini, hanno partecipato Pino Battaglia, Presidente della Provincia di Roma, Giuseppe Puopolo, direttore dell’Associazione Panharmonikon e coordinatore dell’evento e Andrea De Tomasi, rappresentante di una delle associazioni promotrici del concerto, la FHF (Free Hardware Foundation).
La splendida sala di Palazzo Valentini apre le
proprie porte per comunicare un evento molto rilevante in termini di
crescita intellettuale e d’impegno sociale per la comunità e per le
istituzioni. Magnific…art è infatti un’evento che si è costruito e sviluppato all’interno del famoso carcere romano.
Come spiega lo stesso Battaglia durante la conferenza, questo evento
s’iscrive perfettamente nel solco della collaborazione sociale e
culturale che da anni s’intrattiene tra le istituzioni con il carcere
di Rebibbia e altre realtà sociali difficili. Un’occasione importante
per la Provincia che per la prima volta in questi ultimi anni ha
finanziato l’evento. La scelta di collaborare alla realizzazione di
questo concerto nasce dalla necessità di promuovere un’importantissima
occasione di recupero e di formazione a vantaggio di persone che più di
molte altre percepiscono forti disagi sociali. Un’attività rilevante
soprattutto per i detenuti che in tal modo possono simbolicamente
restituire alla società ciò che hanno un tempo sottratto.
Importante anche la partecipazione di Giuseppe Puopolo
che coordinerà la performance. Grande amante di musica classica,
Giuseppe si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di
Benevento e, a partire dal 2007, ha voluto condividere la propria
conoscenza e la propria passione per la musica classica con persone
che, durante la loro vita, non hanno avuto modo di coltivarla. Uomo di
grande sensibilità, coordina oggi il laboratorio musicale di Rebibbia,
una realtà che ha seguito diversi itinerari artistici e melodici in
questi ultimi anni, partendo dalla musica classica per approdare
successivamente alla canzone popolare.
L’attuale maestro ha voluto rispolverare il repertorio classico delle
prime performance del coro carcerario, presentando quest’anno un
immortale opera del Vivaldi, il Magnificat. La scelta di quest’opera
compositiva di altissimo pregio è stata dettata dall’universalità del
suo linguaggio - il latino - volendo in tal modo accorciare se non
eliminare le distanze culturali ed etniche dei membri del coro. Il King Bible Choir, il cui nome è nato dalla traduzione letterale del carcere, è infatti composto da cantanti di diverse origini e nazionalità.
Insieme al coro del carcere, parteciperanno anche alcuni membri di altri cori capitolini come il C.I.M.A. (Coro Italiano Musica Antica), il Coro della Basilica di San Clemente, il coro del Centro Diurno Villa Lais della Asl di Roma C e l’Orchestra Panharmonikon.
La conferenza si chiude con il contributo di Andrea de Tomasi, rappresentante della Free Hardware Foundation. De Tomasi spiega ai giornalisti in sala un altro importante aspetto dell’evento musicale. In occasione del Magnific..art
infatti, per la prima volta in un carcere, le performance corali
verranno registrate e diffuse via internet - grazie al supporto di
Wikimedia e Jamendo - secondo le licenze Creative Commons. L’importanza
di questa scelta, continua De Tomasi, è relativa alla gratuità e
libertà di condivisione e distribuzione dell’esecuzione musicale e
permette ai partecipanti e ai promotori dell’evento di sfruttare questi
schemi di licenze libere in totale legalità.
Un’altra nota interessante è costituita dal fatto che nei prossimi mesi
verrà creata una vera e propria etichetta discografica all’interno
della casa circondariale. Verranno chiamati a realizzare i propri
lavori i più grandi artisti della scena musicale contemporanea, primo
fra tutti il violinista Uto Ughi.
In conclusione, vorrei ricordare che l’evento non sarà purtroppo aperto a tutti per ovvi motivi di sicurezza; potranno partecipare al concerto solo i giornalisti e i parenti dei detenuti.
Un’esperienza intensa e profittevole per tutti, cultura in primis, e un’occasione per riflettere su quanto la musica, come molte altre forme d’arte, riesca ad unire mondi molto lontani fra loro. Ma soprattutto l’opportunità di aprire un mondo a chi, nella vita, ha trovato solo porte chiuse.
Per maggiori informazioni e accrediti:
Stefano Cavaliere
Tel: 347/1300647
E-mail: stefano.cavaliere@fhf.it